giovedì 10 febbraio 2011

Walk like an egiptyan...


La caduta di un regime, per quanto illuminato o moderato, non può che essere salutato positivamente da queste parti.
Ma adesso che Mubarack ha lasciato l'Egitto non possiamo non porci le domande riguardanti questa fase di transizione della rivoluzione egiziana e quelle a proposito della costruzione di questa nuova (e delicata) democrazia.
Non ci siamo mai appassionati alla politica estera, e non daremo consigli o faremo proposte, ma ciò non toglie che non sia interessante questa ondata di libertà sull'altro lato del Mediterraneo.
Quello che teniamo è che questa vicenda di questo storico regime change venga strumentalizzato per le vicende italiane.
L'Italia è, pur con tutti i limiti possibili, una repubblica democratica e, se davvero gli italiani vogliono cambiare registro, possono sempre farlo votando per una nuova coalizione di governo nel momento in cui si presenterà l'occasione, che in Italia non manca mai.
I festeggiamenti di liberazione degli egiziani non vanno confuse con i desiderata di alcuni benpensanti gracchianti e striduli che, alzando la voce, cercano di riempire il vuoto della politica e della vacuità delle loro proposte.
In Egitto la piazza ha costretto Mubarack a lasciare il paese perchè non aveva la forza legittimante di libere elezioni, in Italia, fortunatamente, abbiamo questa forza.
Quello che non abbiamo sono le persone che sanno accettare serenamente i suoi risultati.

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