domenica 21 novembre 2010

Una lezione di dignità e di educazione

Questo clima da caccia all'untore, questo clima da regime comunista con tanto di stasi all'interno del PdL e della maggioranza di governo non è più tollerabile !!!
Adesso che il ministro Mara Carfagna ha pubblicamente reso nota la sua volontà di dimettersi dal partito, dal parlamento e dal governo, non si può più rimanere solo silenti  di fronte alla corsa alla dissoluzione che il centrodestra italiano sembra aver irrimediabilmente preso.
Siamo convinti, e lo ribadiamo pubblicamente, che l'iperattivismo e l'iperesposizione mediatica di personaggi come la Santanchè e la Mussolini sia il peggior biglietto da visita del Popolo di Silvio Berlusconi.
Più che portatrici di voti sembrano delle Valchirie che accompagnano i morti nel Valhalla. Costoro non sono le sacerdotesse di Berlusconi, ma le Parche della destra in Italia.
La loro concezione politica rozza, muscolare e manichea rappresentano un ostacolo alla risoluzione dei problemi che attanagliano la maggioranza di governo e soprattutto il Popolo della Libertà, come giustamente commenta il direttore Mario Sechi.
Non crediamo che il ministro Carfagna possa tornare indietro, ma qui vogliamo pubblicamente elogiare la sua educazione, il suo savoir faire, il suo acume politico e, soprattutto, la sua dignità.
La destra cafonal, dai tacchi a spillo e con la bava alla bocca, della Santanchè e della Mussolini non ci appartiene e, per noi, non è neppure destra.
E' come quella stanza che, di solito, è in fondo e poi a destra.
Su questo ci sentiamo di essere completamente d'accordo con questo post di adestra.

martedì 16 novembre 2010

Non credo di essere eretico...

Non credo di essere eretico se dico di non aver paura della nuova destra di Futuro e Libertà.
Ho sempre considerato la concorrenza come una forza innovatrice e apportatrice di miglioramento, figuriamoci se adesso mi trasformo in un protezionista.

Non credo di essere eretico se non considero i tanti amici, anche personali, che hanno scelto Futuro e Libertà, non come camerati che sbagliano , ma ancora come amici.

Non credo di essere eretico se considero il Popolo della Libertà ancora un posto dove militare e dove criticare se necessario.

Non credo di essere eretico se dico che è meglio andare subito al voto sia alla Camera che al Senato.

Non credo di essere eretico se a me non piace affatto la Santanchè.
Ho sempre militato con il centrodestra fin dal 1994, senza mai tradirlo una volta e rinnovando le tessere di Forza Italia, prima, e di Alleanza Nazionale poi. Per questo trovo davvero insopportabile che una come questa signora faccia la guardiana muscolare dell'ortodossia berlusconiana.

Non credo di essere eretico se voglio che Martino e Pera abbiamo, di nuovo, un ruolo importante nel centrodestra italiano.

Non credo di essere eretico se affermo che, se tutti i ministri avessero usato il metodo Brunetta, oggi non si parlerebbe di crisi, ma di rinascita italiana.

Non credo di essere eretico se la Libertà, per me, vale molto più della militanza.

Non credo di essere eretico se dico che, forse, se qualcuno avesse ascoltato più Ferrara e Letta, oggi non subiremmo una scissione dolorosa e litigiosa.

Non credo di essere eretico se, per me, il mio credo religioso sia un fatto privato.
Certamente importante, ma non vedo la necessità di ostentarlo.

Non credo di essere eretico se considero Socrate, Buddha e Gesù dei fari illuminati per tutta l'umanità.

Non credo di essere eretico se a me piace Saviano, ma anche Coelho ed Emerson.

Non credo di essere eretico, se mi piacciono gli USA ed Israele.

Non credo di essere eretico se considero il nazismo-fascismo ed il comunismo, il male assoluto.

Non credo di essere eretico se sono un liberale.

Non credo di essere eretico se continuo a leggere il Secolo, ma non solo.

Non credo di essere eretico...

Ma se lo fossi, non posso cambiare.   

La nostra destra

 
La destra crede in una cosa sopra tutte le altre: la Libertà.

La destra vuole meno tasse. E vuole meno stato.

La destra crede negli italiani, e per questo rispetta la volontà che hanno espresso alle elezioni politiche.

La destra crede che lo stato, come il Governo, siano troppo spesso un  problema. Non la soluzione dei problemi.

Per questo la destra vuole più mercato e sa bene che, anche in italiano, le parole "sono del governo e sono qui per aiutarla" suonano molto male.

La destra ritiene meritevoli di apprezzamento tutti i cittadini che fanno impresa, non solo quelli che danno da lavorare agli immigrati onesti.

La destra è orgogliosa delle proprie missioni in Kosovo, Afghanistan e Iraq perché è convinta di essere stata e di essere, come molte altre volte è accaduto, dalla parte giusta della storia. Non si vergogna di dirlo, e per questo lo ribadisce con forza. E cita tutte queste missioni di pace, non una soltanto.

La destra ricorda Falcone e Borsellino come due eroi e ricorda con altrettanta chiarezza quelli che stavano contro Falcone e Borsellino.

La destra crede che siano per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti ci sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.
(crossposted @the right nation @freedomland @avevounblogfigo @common sense revenge @la rivolta di Atlante )

domenica 14 novembre 2010

Ironia della sorte

Domani calerà il sipario su questa legislatura.
Vorremo essere ottimisti come il presidente Berlusconi, ma crediamo che il presidente Napolitano non accetterà mai di sciogliere solo la Camera dei deputati, magari appellandosi al precedente dello scorso Governo Prodi.
Vorremmo fare notare, però, l'ironia della sorte: 16 anni fa fu Berlusconi a dare la stura all'attuale centrodestra facendo un pubblico endorsement a favore di Fini contro Rutelli che si davano battaglia per la poltrona di sindaco a Roma.
Domani sarà Fini, insieme a Rutelli (e Casini), a dare il benservito a Berlusconi.
Concediamoci un piccolo sorriso, prima della nuova, ed ennesima, campagna elettorale in questo eterno ritorno di tutte le transizioni (italiane).

martedì 9 novembre 2010

Abbatta quel muro


"Abbatta quel muro, Gorbaciov !"
disse quell'americano.

"Abbatta quel muro, Gorbaciov !"
Noi lo sentivamo dalle finestre che
il regime volle tenere chiuse.

Ma il mio cuore
non poteva essere chiuso
dal cemento,
i miei pensieri
non potevano essere
trattenuti dalle armi.

Quella sera
trattenemmo il respiro,
prima dell'urlo liberatorio.

Finalmente Berlino era di nuovo una.

Le mie lacrime cadevano
come cadevano le pietre del muro.

Avevamo abbattuto quel muro.

Nessuno avrebbe più rinchiuso il mio cuore,
nessuno avrebbe più sequestrato i miei pensieri.

Poi venne la musica,
la musica
di quel signore in nero
seduto su una sedia
in mezzo alla strada
e in mezzo alla gente.

Questa poesia è dedicata a chi è stato testimone della caduta del muro di Berlino.
Con la speranza che anche gli altri muri che imprigionano le persone cadano presto...

domenica 7 novembre 2010

Il debutto dell'oltreberlusconismo

Con il discorso di chiusura di Fini alla convention umbra di Generazione Italia fa il suo spettacolare, pirotecnico e roboante debutto la nuova categoria dell'oltreberlusconismo.
Una nuova categoria politica che dai più verrà considerata come antiberlusconismo di destra, ma che non può solo esaurirsi in una tale manifestazione.
Anzitutto bisogna dire che per delineare completamente la fisionomia e la fenomenologia di questo nuovo pattern sarà necessario attendere un po' di tempo.
L'antiberlusconismo è certamente presente, ma non assume le caratteristiche di odio di una certa "sinistra" alla Di Pietro e/o alla Grillo. Piuttosto è una delusione, di quelle delusione che ti prende quando finisce un grande amore, perchè il popolo di Futuro e Libertà ha amato Silvio Berlusconi, questo è indubbio.
Oggi questa delusione potrebbe essere una arma a doppio taglio per Fini e per i finiani tutti.
Se questa delusione dovesse sfociare in un rifiuto cieco e sordo a qualunque ragionamento politico, Fututo e libertà rischia di essere non un partito nuovo, ma l'ennesimo nuovo partito.
Se la delusione servisse a mettere in campo una azione politica che, oltre a salvare quel che di buono il berlusconismo ha introdotto nel sistema istituzionale, superi quel blocco culturale che il nome di Berlusconi suscita in una parte del Paese, arrivando alla fine della transizione italiana oramai stantia, allora la scommessa di Fini potrebbe essere quella accelerazione che l'Italia va cercando da tanto, troppo tempo.
Da parte mia non sono ancora in grado di poter dare una risposta chiara, quello che davvero è possibile dire è che oggi ha debuttato l'oltreberlusconismo.
Il resto lo scopriremo solo vivendo...