martedì 9 novembre 2010

Abbatta quel muro


"Abbatta quel muro, Gorbaciov !"
disse quell'americano.

"Abbatta quel muro, Gorbaciov !"
Noi lo sentivamo dalle finestre che
il regime volle tenere chiuse.

Ma il mio cuore
non poteva essere chiuso
dal cemento,
i miei pensieri
non potevano essere
trattenuti dalle armi.

Quella sera
trattenemmo il respiro,
prima dell'urlo liberatorio.

Finalmente Berlino era di nuovo una.

Le mie lacrime cadevano
come cadevano le pietre del muro.

Avevamo abbattuto quel muro.

Nessuno avrebbe più rinchiuso il mio cuore,
nessuno avrebbe più sequestrato i miei pensieri.

Poi venne la musica,
la musica
di quel signore in nero
seduto su una sedia
in mezzo alla strada
e in mezzo alla gente.

Questa poesia è dedicata a chi è stato testimone della caduta del muro di Berlino.
Con la speranza che anche gli altri muri che imprigionano le persone cadano presto...

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