mercoledì 8 dicembre 2010

Il vero problema sarà il 15

Che il 14 dicembre prossimo, Berlusconi ottenga o meno la fiducia è un problema relativo. Il vero scoglio sarà cosa succederà dal 15 in poi.
Un governo con una fiducia risicata, dopo aver ottenuto la maggioranza elettorale più grande dal dopoguerra, sarà oggetto di continue imboscate parlamentari e continui ricatti da parte di gruppetti marginali, ma decisi ai fini della tenuta.
Un Berlusconi sfiduciato sarebbe una iattura sia per il contraccolpo sui mercati internazionali, volenti o nolenti il consenso personale del Premier è stato un fattore di stabilità in questi ultimi decenni, sia per i risvolti interni che potrebbe innescare un risultato di questo tipo.
Se il Cavaliere venisse sfiduciato da tutte e due le Camere, una sola cosa è certa. Non potrebber ottenere il reincarico.
Se, sfiduciato Berlusconi, si andasse alle elezioni anticipate, come crediamo, ci aspetta la più truculenta, brutta, e sanguinosa campagna elettorale di sempre, con le indubbie ripercussioni che gli echi potrebbero avere su un tessuto civile e sociale già sbrindellato.
Se il Presidente Napolitano, costituzionalmente legittimato, dovrebbe dare un mandato esplorativo ad una nuova personalità, allora gli scenari sarebbero molteplici.
Se il nuovo incaricato fosse un autorevole esponente del PdL, Letta o Tremonti, potrebbe accadere che, almeno formalmente, la volontà degli elettori sarebbe stata salvata, poichè potrebbe mettere insieme una maggioranza allargata al terzo polo, ma con il nocciolo duro di PdL e Lega.
Se l'incarico venisse affidato ad una personalità esterna non gradita al PdL ed alla Lega e questi riuscisse a mettere insieme una maggioranza, con PdL e Lega all'opposizione, allora le cose potrebbero incancrenirsi ed intorpidirsi.
Alla lettera della Costituzione formale, infatti, si contrapporebbe lo spirito di una Costituzione materiale che tutti gli attori politici oggi operanti hanno implicitamente avallato con il loro comportamento nel corso di questi anni, ed il presidente Napolitano non potrebbe non tener conto di questo fatto.
Cosa fare allora ?
Sinceramente fare previsioni oggi è quantomeno difficile a meno di non chiamarsi Nostradamus.
Tutti allora guardano a Berlusconi, l'unico capace di poter tirare fuori il classico cilindro dal cappello.
Noi possiamo solo dire quello che faremmo noi in una situazione del genere.
Ebbene il 13 pomeriggio convocherei una conferenza stampa per annunciare la mia disponibilità a dimettermi dall'incarico di Presidente del Consiglio a patto che si dimetta anche il presidente della Camera, (simul stabunt, simul cadent) e darei la mia disponibilità a fare il passo indietro dal Governo all'esclusivo patto che venga approvata una legge costituzionale che istituisca una nuova assemblea costituente di massimo 100 membri, eletta con il proporzionale puro su un unico collegio nazionale con le preferenze.
Ovviamente con la clausola che la sua durata deve essere di massimo 3 anni e che i membri di questa assemblea non possono ricoprire nessun incarico politico elettivo o di governo a qualunque livello.
Detto questo aspetterei cosa succede e poi mi regolerei di conseguenza.
A quel punto tutti dovrebbero scoprire le carte e si vedrebbe chi ha il punto migliore.

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